[AAR] Hegemony: lead your class to victory

Non sempre la Via del Grognard passa da un gioco espressamente di guerra: questo perché un vero amante di questo hobby, a mio parere, si identifica dall’amore che nutre per il capire i meccanismi che regolano il nostro mondo, non solo quelli squisitamente bellici, ma anche sociali, economici, politici e diplomatici. Abbiamo la fortuna di vivere in un tempo in cui il gioco di simulazione sta abbracciando sempre di più la realtà nella sua totalità: perché non buttarsi a capofitto? La storia del conflitto non passa solamente dal sacrificio dei soldati sul campo di battaglia o dalle grandi strategie usate dai grandi condottieri dell’umanità, ma anche e soprattutto dalle interazioni che l’uomo ha prodotto nel creare le sue società, le sue culture, le sue aspirazioni. C’è sempre stata tensione nel nostro cammino, fin dagli albori del nostro sentiero verso l’evoluzione: la storia dell’homo sapiens è storia di conflitto.

Questa volta il campo di battaglia non sarà dunque uno scontro tra uomini armati, ma un intero stato contemporaneo dove tre classi sociali e lo stato stesso competeranno nella lotta sociale per determinare, alla fine di 5 intensi turni, chi è che domina con il suo volere e il suo peso gli equilibri della nazione. Saranno i capitalisti, assetati di profitto e con idee neoliberiste? Oppure sarà la macchina statale, impegnata a limitare il potere degli attori sociali e nel contempo tassarli per mantenersi operativa? O ancora i lavoratori salariati, bisognosi di posti di lavoro per mantenere un minimo di benessere? Oppure infine la classe media, divisa tra lo spirito imprenditoriale tipico della borghesia, la necessità anch’essa di posti di lavoro e di beni e servizi per aumentare la propria prosperità?

Hegemony è un eurogame nella sua essenza, ma è anche un gioco di simulazione, profondo, complesso, non così difficile da imparare come potrebbe sembrare a una prima occhiata eppure difficile da padroneggiare nella sua spintissima asimmetria (ogni giocatore ha regole proprie diverse da quelle degli altri, meccanismi per arrivare alla vittoria differenti, modi per fare punti o rimanere indietro particolari); l’interazione qui è spinta ai massimi livelli, i giocatori sono sempre lì che contrattano, discutono, parlamentano, si fregano e si aiutano. Non vi è già venuta l’acquolina?

Il caldo e l’afa alessandrina non fermano il vero Grognard. Natura morta con gioco, autore Federica.

Il 30 luglio è la giornata mondiale dell’amicizia e quale modo migliore per festeggiarla se non riunirsi con gli amici e scannarsi in una bella lotta di classe? Siamo io, Federica, Alessia e Frag, che ci mette anche la casa. Assente Gege ahimè, in trasferta oltralpe per alcuni concerti (ma tornerà per il prossimo sabato di fuoco… vedrete). Ore 15:00 il rendez-vous, alle 15 e 30 il setup è completo, parte la spiegazione delle regole. IO e Fede abbiamo già fatto una partita in due (Capitalisti contro Lavoratori) vinta da lei con notevole stacco di punti… per cui sono motivato dalla mia competitività a fare meglio. Ale punta alla working class (rosso, come la primavera da conquistare)), Fede riprende i capitalisti (blu, come l’oceano dove c’è l’atollo privato da acquistare ), Frag si butta sulla middle class (giallo, come la cravatta dell’imprenditore davanti al negozio aperto) e io prendo lo stato (grigio, come i burocrati che ne animano i palazzi). Dopo 45 minuti circa di spiegazione (il tabellone è complesso, le regole comuni poche ma poi… bisogna spiegare come funziona ogni classe e come interagisce con gli altri), si parte.

Si brinda all’amicizia, al nostro gruppo e a Gege, a cui mandiamo un messaggio e un “prosit” discretamente lacrimevole!

Dopo un primo turno che sembra più di rodaggio, sia per la struttura del gioco che per la necessità di acquisire le regole, si entra nel vivo. I rossi sembrano volare ma lo stato e le altri classi li guardano da vicino. Fede apre nuove aziende e la disoccupazione non sembra un problema, ma è subito bagarre in parlamento: l’agenda governativa è rispettata appieno e io faccio un sacco di punti. Fede si butta fin da subito sul mercato estero, cercando di vendere le merci prodotte dalle sue aziende e nel frattempo sfruttare il mercato interno a suo deciso favore, tenendo i prezzi bassi (visto che la sanità e l’istruzione pubblica sono costosissime a cause delle politiche in vigore), obbligando Alessia e Frag a comprare i necessari servizi dal settore privato (il suo).

Mentre ci si districa tra il pagamento delle tasse (le prime volte ci si sente un commercialista, ma poi la cosa si acquisisce e diventa più facile) e quello degli stipendi, il gioco prosegue allegro e tra una scorrettezza e l’altra, arriviamo alla fine del penultimo turno tutti più o meno vicini col punteggio. Io sono riuscito ad aumentare un poco il distacco, ma gli altri seguono a ruota. Alessia ha obbligato Fede e Frag ad aprire nuove aziende, vista l’ondata di immigrazione che ha aumentato in maniera esponenziale la disoccupazione (usato la potentissima leva della Manifestazione), e dopo con gli scioperi aziendali si è fatta alzare le paghe ben oltre il minimo salariale previsto dalle politiche economiche in vigore: brava! La partita è serrata: ci si gioca tutto all’ultimo turno, lo sappiamo tutti. Fede, con un colpo di mano, decide di vendere tutta l’istruzione prodotta dalle sue università private allo stato, lasciandomi sul lastrico, con l’intenzione non tanto velata di mettermi in difficoltà. Si rivelerà tuttavia una scelta non azzeccata, dato che mi costringe in questo modo a fare dei debiti per poter pagare i dipendenti delle compagnia pubbliche. Devo prenderne ben due ma io ne posso avere solo uno, vista la politica fiscale attualmente in vigore: interviene il famigerato FMI (Fondo Monetario Internazionale) per salvare dalla bancarotta la nazione.

Quando gli operai si mettono di traverso, i capitalisti se vogliono mantenere le aziende operative devono aumetare i salari al livello massimo (nella foto il quadrato rosso da 25 Vardis, la moneta del gioco)

Quando l’FMI interviene nella partita, si creano situazioni che possono stravolgere il suo andamento poiché cambia le politiche in vigore, restaurando in sostanza la situazione di inizio partita (il che può causare cambiamenti drastici, come la chiusura di aziende pubbliche, l’aumentare o il diminuire anche considerevole della tassazione e così via). Insomma, gli equilibri della partita vanno in frantumi e se questo succede all’ultimo turno, i calcoli fatti sulla situazione classifica possono cambiare radicalmente.

Arriviamo al conteggio di fine partita, dove oltre ai consueti modi di fare punti di ogni turno, ogni classe acquisisce ulteriore punteggio, sempre in maniera asimmetrica. Ed è qui la scelta di Fede si rivela sbagliata: a causa dell’intervento dell’FMI la tassazione, che prima era a favore dei capitalisti e gli consentiva di immagazzinare parecchio capitale dalle rendite post tassazione, si alza drasticamente al cambiare della marea sociale. Pensando di fare tanti punti con i suoi traffici, in realtà si è trovata ad essere tartassata e a vedere la sua liquidità diminuita vertiginosamente (i capitalisti fanno punti in particolare sul capitale che riescono a possedere).

Insomma, morale della favola, chiudiamo la partita in questo modo: Fede a 68 punti, Frag a 75, Ale a 80 e io a 83. Lo stato, nonostante i terremoti che lo hanno visto sudare freddo nell’ultima fase della partita, ha alla fine prevalso su una agguerrita classe lavoratrice (che addirittura è riuscita a creare delle fattore cooperative per soddisfare in parte il proprio bisogno di cibo), una classe media ottima che ha chiuso la partita con tutte e 8 le aziende disponibili da tabellone operative e una spietata classe capitalista che per tutta la partita si è dimostrata insidiosa e che ha lasciato il passo solo all’ultimo a causa di una troppo grande smania di profitto.

Situazione a fine partita. Il tavolo è un caos ordinato!

Desetuppiamo nel mentre Frag ultima la cottura delle polpette e ci godiamo un meritato pasto, chiacchierando della partita (e di altro, ovviamente, ma questi sono affari nostri :-P). Questo gioco è un gioco di quelli che ti si ficcano in testa: sarà che le cose che vedi nella partita sono facilmente riconducibili ai meccanismi che governano il nostro vivere (che grande gioco di simulazione!), sarà che hai sempre la sensazione che avresti potuto fare meglio qualche cosa, che in quel turno avresti dovuto concentrarti su una cosa e invece ha spinto su un’altra… il risultato comunque è che ti ritrovi a pensare alla partita anche il giorno dopo, e ti viene voglia subito di farne un’altra, nonostante la durata considerevole (abbiamo iniziato a cenare alle nove e mezza) e la curva di apprendimento non ripida come altri giochi ma comunque impegnativa. La quantità di variabili e le possibilità che ogni classe ha davanti a sé rendono il gioco molto rigiocabile e la voglia di provare tutte le classi più volte, per capire punti deboli e punti di forza, non fa che aumentare la possibilità di ripiazzarlo ancora, a patto di avere il gruppo giusto: il gioco ha un rischio downtime sempre dietro l’angolo e la paralisi d’analisi è una fedele compagna dei giocatori, soprattutto nelle prime partite e nei primi turni della prima partita. Ma per fortuna il gruppo giusto ce lo abbiamo, quindi… avanti così!

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