[AAR] Dual Powers: Revolution 1917 – Solitario

Dual Powers: Revolution 1917 è un bel wargame light card driven di controllo area e maggioranze che prevede una difficile modalità in solitario, sfidante e ben riuscita soprattutto per la sua velocità e immediatezza. Oggi pomeriggio provo a sfidare il governo provvisorio per cercare di conquistare il potere a Pietrogrado e avviare la Rivoluzione d’Ottobre… come si vedrà leggendo, non è andata proprio come la Storia racconta… In questo articolo darò per scontate molte parti del regolamento del gioco, poiché esso non è una recensione ma un After Action Report. A breve pubblicherò anche la recensione del gioco, dove spiegherò nel dettaglio il regolamento.

Una storia di poteri contrapposti

Nikolaj Aleksandrovič Romanov, più comunemente conosciuto come Nicola II di Russia, fu l’ultimo degli imperatori russi. Fu colui che guidò l’Impero Russo durante i primi tre anni della Prima Guerra Mondiale come membro della Triplice Intesa insieme a Regno Unito e Francia contro gli Imperi centrali di Germania, Austro-Ungheria, Bulgaria e Impero Ottomano. La propaganda bolscevica degli anni ’17/’18 lo soprannominò Nicola il sanguinario o Nicola il vile, anche se alla storia passò poi come Nicola il Pacifico.

All’inizio del 1917 il suo impero era sull’orlo del collasso: tre anni di guerra avevano prodotto, per citare le cifre prodotte dal generale Golovin, capo di stato maggiore della 7° armata nel 1916 e successivamente capo di stato maggiore del fronte rumeno nel 1917, 1.650.000 morti, 3.850.000 feriti e 2.410.000 prigionieri, a fornte di 15.500.000 uomini mobilitati nella durata del conflitto (vd Nicholas V. Riasanovsky – Storia della Russia, Bompiani 2010). Oltre a questo, la distruzione dei beni materiali si accompagnò a una devastazione morale e culturale senza precedenti, anche se il popolo russo nella sua storia aveva già affrontato immani tragedie (e ne affronterà ancora e maggiori, come la barbarie della Grande Guerra Patriottica di 25 anni dopo). Fame e freddo portarono ondate di scioperi nelle maggiori città industriali: l’opinione pubblica nutriva sempre meno fiducia nelle capacità di governo dell’imperatore, la cui famiglia pareva essere l’epicentro di una serie interminabile di intrighi e complotti. Per fare un rapido esempio, basti citare la figura di Rasputin, un monaco analfabeta che aveva plagiato la mente di Alice d’Assia, la moglie di Nicola, che tramite sedicenti cure magiche prometteva alla reazionaria imperatrice di curare il figlio gravemente malato.

L’inflazione galoppante e una gestione assolutamente autoritaria e centralizzata del potere, che si rifiutava di concedere alla popolazione stremata la tregua di una maggiore libertà ideologica e sociale, oltre al peso della guerra sulle famiglie in termini di costi umani e sofferenze dovute alla incontrollabile carenza di cibo, creò il terreno fertile in cui la rivoluzione popolare germogliò, quasi all’improvviso.

Tra l’8 e l’11 marzo 1917 (23-26 febbraio secondo il precedente calendario) si verificarono nella capitale Pietrogrado (Petrograd in russo, ribattezzata in questo modo per distaccarsi dal precedente nome tedesco di Sankt-Peterburg, considerato disdicevole visti i fatti) dimostrazioni e tumulti popolari che arrivarono a coinvolgere 240.000 operai. Il governo inviò i battaglioni della riserva nella città il 10 marzo per reprimere le agitazioni ma questi fraternizzarono con i manifestanti, unendosi a loro. La stessa polizia cittadina restò passiva e si limitò ad osservare l’evolversi della situazione. Come scrisse Surkanov, un agente dell’Ochrana (la polizia segreta zarista): “il popolo si è convinto dell’idea che è cominciata la rivoluzione […] che il governo è impotente […] che la vittoria decisiva è vicina” (Lev D. Trotskij – Storia della Rivoluzione russa. La Rivoluzione di febbraio – Newton Compton 1994).

L’11 marzo i membri della Duma di Pietrogrado ignorarono il decreto imperiale che ne ordinava lo scioglimento, e il 12 marzo crearono un governo provvisorio composto da personaggi in vista nell’ambiente pubblico cittadino: ne facevano parte, tra gli altri, Georgij L’vov, ex presidente dell’unione degli zemstva (assemblee che rappresentavano la nobiltà e la borghesia locale) e delle città; Guckov, capo degli ottobristi (i vecchi rivoluzionari del 1905); Aleksandr Kerenskij, membro del partito socialrivoluzionario.

 Georgij Evgen’evič L’vov

Nicola non potè far altro a questo punto che cedere alle pressioni del popolo e prendere atto di aver perso completamente il controllo della situazione. Con la Duma della capitale e la riserva uniti ai manifestanti, decise di abdicare in favore del fratello Michele, che il giorno dopo abdicò a sua volta, lasciando che fossero l’Assemblea costituente e il governo provvisorio a decidere il da farsi. L’ultimo atto di Nicola come zar di Russia fu la nomina di L’vov come primo ministro. I Romanov scomparvero così dalla storia.

Mentre il governo provvisorio veniva riconosciuto a livello internazionale dalle democrazie occidentali, in primis gli Stati Uniti, a Pietrogrado le cose non conoscevano comunque tregua. Gli operai e i soldati della capitale avevano infatti dato nuova forza al soviet della città, creando di fatto un’autorità parallela a quella del governo provvisorio. Costituito il 12 marzo, agiva con una sua forza politica (il governo provvisorio era stato creato dalla Duma insieme proprio al Soviet) e possedeva una sua autorità, alle volte lavorando in aperta contraddizione con gli sforzi dei ministri (Riasanovsky, ivi p. 456). Esso, grazie anche alla proliferazione dei soviet i tutto il paese, aveva molta più presa sull’opinione pubblica ed era molto più vicino alle istanze delle masse piuttosto che il suo rivale ufficioso, il governo di L’vov.

In questo dualismo politico e governativo che sconvolse la città di Pietrogrado dal 12 marzo al 7 novembre 1917 (giorno della caduta del governo provvisorio), detto anche dvoevlastie, si va ad inserire il nostro gioco e la nostra partita.

Nell’immagine qui sopra potete osservare il tabellone di gioco di Dual Powers e la disposizione delle forze neutrali (pedine verdi) all’inizio della partita. Potete notare in basso a sinistra che il quartiere bloccato è quello della Nave (quindi il ponte sulla Neva che lo collega al quartiere verde è bloccao dalle barricate degli insorti), mentre quello in rivolta è quello della Corona, importantissimo al fine del conteggio dei punti del primo turno.

Il quartiere rosso, o della Bandiera, è l’isola di Vasilevski. Qui vi era l’università di Pietrogrado e l’importantissimo Palazzo Menshikov, sede del primo congresso panrusso dei soviet.

Il quartiere blu, o della Nave, è il distretto Petrograd, dove, oltre all’arsenale della città, era anche le scuole militari di Vladimir e Pavlov.

Il quartiere bianco, o della Falce e Martello, è il distretto di Vyborg.

Il quartiere verde, o della Stella, è il Centro della città. Qui aveva sede l’Ammiragliato, alcune tra le più importanti ambasciate, tra cui quella tedesca, e gli uffici centrali delle Poste e del Telegrafo.

Il quartiere viola, o della Corona, è il distretto di Liteiny. Qui vi era il palazzo Tauride, sede del governo provvisorio e del soviet e dove successivamente nel 1918 i bolscevichi tennero il loro VII congresso, dove presero il nome di Partito Comunista dell’Unione Sovietica.

Il quartiere marrone, o della Fabbrica, era il quartiere industriale. Qui vi erano alcune delle più importanti fabbriche cittadine, tra cui la fabbrica Putirov, ancora oggi grande complesso produttivo pesante russo, denominato Officine Kirov.

In questa partita in solitario io prendo il ruolo dei bolscevichi contro il governo provvisorio guidato dal sistema automa. Ho impostato il livello di difficoltà su 2 (da 1 a 6 di range) perché ho già fatto una partita in solo con difficoltà uno e l’ho vinta, perciò ho alzato il livello.

TURNO 1

Quartiere in agitazione: Viola.

Quartiere bloccato: Blu.

La prima cosa è che Kerensky, dell’opposizione, arriva subito al quartiere viola a vedere cosa sta succedendo al Palazzo Tauride. Vorrà fare come al solito da mediatore tra il governo provvisorio, di cui fa parte, e il soviet (detto ironicamente “persuasore in capo” all’epoca (Riasanovky, ivi p 457)). Successivamente l’opposizione schiera un segnalino di forza 2 nel quartiere blu. L’arsenale militare fa gola.

Io nono conosco il mio obiettivo segreto, come da regolamento per la modalità solitario. In attesa di vedere come evolve la situazione, schiero un segnalino di livello 3 nel quartiere bianco.

Prima ministro della guerra nel maggio 1917, poi successore di L’vov alla guida del governo provvisorio, Alexander Kerensky sarà costretto nell’ottobre del 1917 a fuggire prima in Francia e poi negli Stati Uniti.

L’opposizione fa la sua mossa, piazzando un segnalino forza 3 sempre nel quartiere della Nave. La situazione si fa troppo sbilanciata in quella zona, ma non ho carte in mano per fare da contrappeso. Scelgo così di giocare Zinoviev al palazzo Tauride, nel quartiere della Corona. Cercherò di sfruttare la sua abilità di oratore per contrastare Kerensky, e nel frattempo il bonus della carta (spionaggio) per scoprire il mio obiettivo segreto: il quartiere verde! Inoltre sblocco una azione bonus per essere arrivati con la mia giocata al 31 del mese. Scelgo di spostare il mio segnalino di livello 3 dal quartiere bianco dove l’ho giocato prima al quartiere viola.

Segnalino forza 2 dell’opposizione sul quartiere bianco e arrivo di Trotsky, ancora neutrale, al quartiere della Corona. Al Palazzo Tauride c’è una riunione di grandi personalità.

Leon “Lev” Trotsky è statp uno dei più importanti membri del partito bolscevico, anche se dall’inizio del ‘900 fino a metà del 1917 appoggiò la linea moderata dei menscevichi. Rientrato dall’esilio viennese proprio per aiutare i lavoratori nella guerra civile contro il governo provvisorio, ne diventa uno dei principali leader militari.

Gioco un segnalino di livello 2 al quartiere Verde, mentre l’opposizione continua a pompare forze nel distretto Petrograd, con un’altra unità di forza 3. La situazione in quel settore si fa davvero disperata, anche viste le orrende carte che ho in mano. Gioco un segnalino di livello 3 al distretto industriale, mentre come mossa di chiusura del turno il mio nemico gioca un forza 3 al quartiere verde, fregandomi la supremazia lungo la Nevsky Prospekt (una delle principali arterie del centro)

Andiamo dunque al conteggio dei punti del primo turno. Si risolve prima il quartiere in rivolta, il Viola, dove io ho forza 3 mentre l’opposizione segna ben 3 punti grazie a forza 5, forte dell’appoggio del Volere del Popolo (In modalità solitario all’inizio del turno il nemico ha sempre il Volere del Popolo, che assegna al conto della forza anche le unità neutrali, tra cui in questo caso anche Trotsky!)

La situazione alla fine del turno 1, prima del conteggio dei punti. Quante forze aveva ancora da mettere nel quartiere della Nave il governo provvisorio? insomma!

Il mio obiettivo segreto è il quartiere verde, ma ahimè sono riuscito a piazzarci solo una forza 2, mentre i bianchi, sempre grazie all’appoggio del popolo, ne hanno 4 e così mi soffiano altri 4 punti vittoria.

L’obiettivo segreto del governo provvisorio è ovviamente il quartiere della Nave, dove ha giocato la maggior parte delle forze. Io non ho unità in quel settore, per cui senza sforzi il nemico segna altri 4 PV.

TURNO 2

Quartiere in agitazione: Blu

Quartiere bloccato: Bianco

Arriva niente popò di meno di L’vov nel quartiere Blu (Ancora?!).

Io gioco un segnalino livello 2 nel quartiere rosso e raggiungo una bella azione bonus sul calendario, per cui decido di giocare un’altra pedina di livello 1 sul quartiere bianco. Sono indietrissimo e devo cercare di recuperare tutti i punti che il governo provvisorio ha fatto nel primo turno.

Il nemico gioca un forza 3 nel quartiere bianco, venendomi a rompere le uova nel paniere, per cui rispondo calando Lenin nello stesso posto, prendendomi grazie alla sua abilità speciale il Volere del Popolo. Bravo Nic.

Di nuovo un segnalino forza 2 nel quartiere bianco. Allora lo fai apposta, anche perché ho finito le carte bianche da giocare. Cerco di spostarmi sul quartiere verde, calando l’ultimo segnalino di livello 3 a mia disposizione. Nella mossa successiva, il governo provvisorio mette giù un altro forza 3 nel quartiere rosso, mentre Trotsky decide di passare ai bolscevichi definitivamente.

Io gioco una carta per una doppia mossa di un segnalino di livello 3 con forza 3 perché affaticato dagli scontri di piazza del primo turno (i bolscevichi hanno questa cosa che se sono affaticati hanno più forza) e lo sposto nel quartiere rosso da quello viola passando per il verde. Spero di contrastare le forze del governo provvisorio all’università di Pietrogrado, ma sarà speranza vana…

Ultima mossa per l’opposizione quindi, che gioca un altro forza 3 (in questo turno tutta robina…) al quartiere verde. Andiamo al conteggio dei punti, ma appena contiamo il quartiere in rivolta, che il blu, dove ovviamente i bianchi avevano una marea di forza, il conta punti giunge troppo dalla parte del nemico e perdo immediatamente la partita.

Conclusioni

La modalità in solo di Dual Powers è davvero sfidante e difficile. Già a livello di difficoltà due lascia poco spazio agli sbagli e una carta giocata al momento sbagliato può essere fatale. Non smetterò di giocare e cercherò di arrivare fino al livello 6, impresa ardua ma… ci proviamo. Bisogna sempre provarci.

Sii più autoritario di Pietro il Grande e più severo di Ivan il Terribile

Czarina Alexandra, a suo marito

Bibliografia

Nicholas V. Riasanovsky – Storia della Russia, dalle origini ai giorni nostri, Tascabili Bompiani, 2010

Paolo Viola – Storia Moderna e Contemporanea, volume quarto, Einaudi, 2000

AA.VV. – Il libro nero del Comunismo, crimini, terrore, repressione, Mondadori, 2000

AA.VV- il secolo dei Comunismi, NeT, 2000

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