Senza tanti indugi, tuffiamoci (è il caso di dirlo!) nel secondo scenario “di apprendimento” di Pacific War. Non sto a fare tante premesse, se volete recuperare il cappello introduttivo cliccate qui per andare al primo post della serie, altrimenti cliccando qui potete vedere tutti gli articoli relativi al gioco.
In questo Engagement Scenario impareremo le basi del combattimento navale: siccome si tratta di un solo ciclo di battaglia tra flotte, lo scenario viene giocato direttamente sull’Operation Display ed è veramente rapido poiché non approfondisce alcune meccaniche (in cui ho già sbirciato) che aggiungono profondità allo scontro navale, ma si limita ad introdurre il nuovo giocatore all’utilizzo delle due armi che le navi solitamente hanno a disposizione in PW: le gunnery, cioè i cannoni, e i torpedo, cioè i missili subaquei.

Nella notte tra l’8 e il 9 agosto del 1942, in risposta agli sbarchi americani nelle isole Salomone, il vice ammiraglio Mikawa inviò una task force composta da sette incrociatori e un cacciatorpediniere presso lo stretto della Nuova Georgia (che gli americani chiamavano The Slot) con l’intento di attaccare la flotta anfibia statunitense e ostacolare le operazioni. La US Navy aveva, a difesa dei mezzi da sbarco e dei marines, otto incrociatori e quindici cacciatorpediniere, agli ordini del contrammiraglio Crutchley. I giapponesi però riuscirono nell’intento di sorprendere le forze alleate, cogliendo alla sprovvista i vascelli nemici, che, non riuscendo a coordinarsi, non parteciparono con tutte le forze alla battaglia. Mikawa, grazie all’effetto sorpresa, riuscì così ad affondare quattro incrociatori (tre americani e uno australiano), per un totale 1077 morti e 709 feriti, subendo al contempo perdite modeste (nessun affondamento, 58 morti e 51 feriti).
La flotta alleata dovette ritirarsi, lasciando il controllo delle acque intorno all’area di Guadalcanal in mano ai giapponesi, rendendo molto difficili per le truppe già sbarcate a terra soltanto tre giorni prima resistere al contrattacco nemico e mantenere la testa di ponte.

In PW un ciclo di battaglia comprende anche un ciclo di battaglia navale con all’interno 3 fasi di combattimento. In base alle forze nemiche presenti in un esagono, nella prima fase i giocatori devono mettere 4 navi sullo schermo di battaglia, nella seconda fase se ne hanno ancora a disposizione ne aggiungo altre 4 a testa (oppure il massimo che ne hanno, se meno di 4) e infine nell’ultima fase aggiungono tutte le rimanenti navi. Se uno dei due schieramenti ottiene l’effetto sorpresa, il nemico non può rispondere al fuoco nelle prime due fasi, per simulare la necessità di disporsi e coordinarsi prima di poterlo fare, essendo colti alla sprovvista.
In questo secondo Engagement Scenario, i giapponesi hanno l’effetto sorpresa e, pur in netta inferiorità numerica, spareranno indisturbati per due fasi su tre del Naval Battle Cycle. L’obiettivo del giocatore è infliggere 4 o più danni al trasporto anfibio alleato, cercando al tempo stesso di non farsi affondare le navi, infatti se 2 navi giapponesi vengo affondate e il trasporto anfibio alleato non è affondato, il giocatore perde la partita; tutti gli altri risultati sono un “pareggio strategico” (che, secondo le indicazioni dello scenario, è il risultato storico).



Nell’ultima fase di battaglia navale sparano anche gli alleati e questo può essere un pericolo per i giapponesi che potrebbero scegliere di ritrarsi (agli alleati è proibito dallo scenario) ma avrebbe poco senso, perché chi si ritira di fatto decide di non sparare e lasciare al nemico la possibilità di un’ultima serie di attacchi. Perciò i giapponesi decidono di rimanere e cercare di fare quanti più danni possibili alla flotta alleata, nella speranza di interdire i mari delle Isole Salomone alla US Navy.

Questo secondo Engagement Scenario si è rivelato veloce e divertente: di fatto introduce il combattimento navale spogliandolo di molte delle caratteristiche complesse, che si vedranno più avanti, aiutando il nuovo giocatore a familiarizzare con il sistema di combattimento schietto e le tabelle di riferimento. Alla fine si tratta di tirare dei dadi, ma grazie a questo metodo si fa conoscenza con i counter, si imparano a leggere le informazioni in essi contenute e nel contempo, senza accorgersene, si interiorizzano meccaniche di base ma che saranno fondamentali successivamente.
Nella prossima puntata della serie vedremo il terzo scenario introduttivo, la prima ondata dell’invasione sull’Isola di Wake… un altro scenario veloce ma che andrà ad introdurre nuovamente cose nuove! Si continua a studiare, perciò!