Proseguiamo con le nostre interviste ai wargamer italiani con un’altra personalità di spicco dell’hobby nostrano: Cavaliere al Merito della Repubblica, game designer, tridimensionalista e uomo di cultura, Aldo Ghetti ci racconta la sua vita e la sua passione, in una intervista di spessore che non vedo l’ora di farvi leggere!
Vi ricordo che potete proporvi come “intervistati” utilizzando il form che trovate in questa pagina: scrivetemi e vi ricontatterò via mail mandandovi la lista di domande più alcune info.
Se volete leggere le altre interviste della serie, le trovate tutte qui.
Aldo Ghetti
Iniziamo con la più classica delle domande: presentati e raccontaci chi sei e cosa fai nella vita.
Aldo Ghetti, nato il 1° maggio del 1952; attualmente sono pensionato, data la mia età, ma prima sono stato funzionario della Pubblica Amministrazione nello specifico i due incarichi principali sono stati “Segretario generale del Centro Fieristico di Faenza” e negli ultimi 14 anni “Capo Servizio Cultura” sempre – ovviamente – nel Comune di Faenza.
Come è iniziata la tua passione per i wargame? Raccontaci da dove sei partito, quali sono stati i tuoi mentori, I primi giochi che hai giocato.
In realtà io prima che giocatore sono stato e tutt’ora rimango appassionato di Storia; ricordo che al Liceo litigavo con i Professori perché non sopportavo che la Storia venisse insegnata per date e non per concetti o sviluppi sociali!
Al wargame mi sono avvicinato nel 1973 all’età di 21 anni (dopo peraltro aver giocato per anni a soldatini in solitario) mentre andavo all’Università a Bologna, comprando la rivista “Eserciti & Armi” appena uscita trovai l’annuncio di un certo Stefano Cuccoli, mi pare di un anno o due più grande di me che fece un annuncio sulla rivista per trovare potenziali giocatori in Emilia Romagna.
A quel tempo non c’erano cellulari o computer e si andava per posta cartacea, io risposi all’annuncio e comincia a frequentare questo gruppo di amici bolognesi che giocavano la domenica mattina: io prendevo il treno e poi l’autobus, arrivavo sulle 9,15 e a mezzogiorno dovevo ripartire per tornare a casa, si giocava alla Guerra Civile americana, con un loro Regolamento e con le miniature Airfix, ma senza basette, un Reggimento di fanteria erano 50 soldatini, uno di cavalleria 25!
Ma la cosa incredibile è che avevano già sviluppato una meravigliosa mappa strategica per giocare appunto la campagna!
Quindi ho cominciato con la Guerra civile americana poi subito dopo nel 1974 grazie alla rivista Modelli Militari poi trasformata in Modellismo Militare (o forse viceversa …) mi avvicinai alla Seconda Guerra Mondiale con il Regolamento del Generale Tolomei pubblicato per stralci sulla rivista, dal quale poi nel 1977 io e gli amici faentini pubblicammo un nostro regolamento “WWII” che apparve appunto sulla rivista!
Di seguito grazie al Regolamento di Bruce Quarrie mi avvicinai al Napoleonico; peraltro ancora una volta evolvemmo il regolamento con punteggi per torneo e lo pubblicammo anch’esso sulla rivista, infine “Lance” il Regolamento medievale che più mi ha dato soddisfazione dato che in quattro anni di tornei vinsi il Campionato italiano nel 1989 e collezionai un 2°, un 3° e un 4° posto!
Oggi invece come vivi l’hobby? Quali sono i giochi che intavoli spesso, le tue abitudini, la tua “game routine”?
Io sono nato e resto tutt’ora un tridimensionalista, non sono mai riuscito, salvo poche occasioni negli anni ’80, a giocare il bidimensionale, che peraltro apprezzo e stimo per la qualità della ricerca storica!
Ho giocato per anni “Savoia!” un mio regolamento (e di altri 3 coautori) sviluppato dal mitico Fire & Fury uscito negli anni ’90 sulla guerra civile americana che ho giocato per anni, poi mi sono dedicato al Napoleonico, prima con il 6 mm Regolamento “N.” ed ora con il 28mm con il Regolamento “Su Le Teste!”, ma anche la Seconda Guerra Mondiale con il Regolamento “Fuoco di Copertura”.
Mi piace molto sviluppare la didattica verso la Storia tramite il gioco e per questo ho sviluppato regolamenti facili, introduttivi come “Vele al Vento” uscito anno scorso o il prossimo “Le Ali delle Aquile” dedicato alla Prima Guerra Mondiale che uscirà a Modena Play di quest’anno.
Reputi che mantenersi informati sulle nuove uscite, le evoluzioni del mercato wargamistico sia importante per un appassionato? Motiva la risposta e se si raccontaci come tu ti aggiorni e quali sono i tuoi canali di informazione preferiti.
Probabilmente il concetto di “nuove uscite” è più consono a chi segue i giochi confezionati in scatola, o bidimensionali o – più in generale – da tavolo; io seguo ovviamente il mercato con interesse e cerco di capire tendenze o nuove soluzioni tecniche di gioco, ma il mio approccio è in parte limitato dalla non conoscenza della lingua inglese, che in parte ho cercato di ridurre abbonandomi a Vae Victis dal momento che leggo il francese!
In generale seguo Facebook e sono abbonato a Dadi & Piombo!
Raccontaci uno o più aneddoti derivati da partite, convention, ecc che ti vengono in mente.
In 40 anni di gioco ce ne sarebbe, ovviamente ricordo la vittoria al Campionato italiano perché vinsi con un esercito Veneziano di fine 1400 e fu trionfale per me innamorato da sempre della Serenissima!!!
Ma di certo la serie di partite “gran tattico” svolte con il regolamento napoleonico “N.” sono state mitiche anche perché hanno sdoganato l’abbinamento di una plancia bidimensionale, stampata su carta o panno, sulla quale posizionare con comodità le miniature tridimensionali: ricordo Waterloo, premiata a San Marino o Eylau (in 28mm) premiata a Hellana ma anche a Empoli!
La cosa che più mi brucia è stato arrivare secondo ad un torneo senza aver giocato con chi arrivò primo, avendo entrambi lo stesso punteggio, ma i suoi avversari avevano cumulato più punti dei miei e lui vinse!!
Di recente molte soddisfazioni mi sono venute dal far giocare giovani e giovanissimi con le mie proposte di gioco facilmente accessibili ai neofiti: a Perugia anno scorso, a Vele al Vento, hanno giocato due fratelli di 8 e 9 anni!
Quali sono secondo te gli aspetti maggiormente interessanti del gioco storico? Pensi che esso possa avvicinare le nuove generazioni alla passione non solo per il gioco, ma anche e soprattutto per la storia?
Per me il gioco o è storico o è semplice divertimento con gli amici!
Naturalmente rispetto tutte le forme di gioco per il loro valore aggregativo, importantissimo, ma io gioco giochi che soddisfano la mia passione storica e la mia passione storica alimenta la mia voglia di gioco!
Di certo il gioco appassiona ed avvicina giovani alla Storia, ne ho prove continue anche con la mia gestione del Museo del Risorgimento a Faenza, con le visite guidate alle Scuole che spesso faccio anche giocare!
D’altra parte sono stato nominato Cavaliere al Merito della Repubblica proprio per la mia attività di divulgatore storico sia nel wargame che nella Rievocazione storica, Resta il fatto che – oggi – insegnare la Storia è difficile e certo il gioco ci può aiutare.
Che consigli daresti a un neofita che si approccia a quest’hobby per la prima volta? Quali giochi gli consiglieresti per iniziare e perché?
Questa domanda per me è imbarazzante visto che io sono autore di giochi storici che hanno la caratteristica di essere facilmente giocabili per i neofiti non potrei che consigliare i miei giochi! 😉 🙂
Ti lascio lo spazio per scrivere ciò che vuoi a chi ci legge!
Non vorrei scadere nelle frasi fatte o banali, ma di certo sono sicuro che il gioco da tavolo, in qualsiasi forma si sviluppi, è un facilitatore dei rapporti umani e fonte di aggregazione, importanti elementi in una società che tende ad “alienare” l’individuo davanti ad uno strumento elettronico!
Io personalmente mi mantengo giovane nel senso che il continuo confronto mentale, intellettuale con i miei avversari di gioco impongono ai miei neuroni di continuare a funzionare, inoltre confrontarsi – oggi mi succede sempre più spesso – con giovani che non erano nati quando io già giocavo a wargame, mi aiuta a tenermi aggiornato sulla vita!