[Interviste] Sergio Schiavi

Ammetto di essere davvero felice di pubblicare sulle pagine del blog questa intervista: non speravo come secondo ospite di questa nuova rubrica di avere un personaggio così illustre e conosciuto dell’ambiente wargasmico (inter)nazionale!

Sergio Schiavi, per chi non lo sapesse, è il patron di Dissimula Edizioni, una piccola ma agguerrita casa editrice italiana, con cui ha pubblicato alcuni dei suoi giochi più famosi, in particolare From Salerno to Rome (che gli è valso una nomination ai CSR awards dell’anno scorso) e Radetzky’s March. Ma ci penserà lui a raccontarsi, ovviamente, era solo per inquadrare l’autorevolezza del nostro ospite!

Le altre interviste della serie le potete trovare cliccando qui.

Sergio Schiavi

Iniziamo con la più classica delle domande: presentati e raccontaci chi sei e cosa fai nella vita. 

Ciao Federico! Intanto grazie, è sempre divertente raccontarsi! Ed è un vero onore essere ospitati sul tuo blog! Vivo a Torino, ho 52 anni e come attività principale lavoro per un Internet Exchange che si chiama TOP IX: è un lavoro molto vario, mi piace  e mi assorbe tantissimo. Nel resto del tempo mi occupo di cartografia e di giochi di guerra, ho una piccola casa editrice che si chiama Dissimula. Ho studiato enologia ma il mio primo lavoro è stato quello di disegnare, appunto, tavole storiche per il Museo di Artiglieria, un museo militare. Ti risparmio come ci sono arrivato, è stato proprio in virtù di una proposta in merito ad un wargame. Disegno ancora mappe per illustrare libri sulla storia militare italiana, però adesso preferisco fare giochi di guerra. Anche se, inevitabilmente, portano via molto più tempo…

Come è iniziata la tua passione per i wargame? Raccontaci da dove sei partito, quali sono stati i tuoi mentori, I primi giochi che hai giocato.

Come ho iniziato? Credo che il primo gioco in assoluto sia stato un “waterloo” pubblicato su una rivista italiana, una cosa da ritagliare e incollare: bellissimo. Avevo un compagno di giochi che era anche mio compagno alle medie, giocavo sempre con lui proprio a quello. Poi mi sono capitati tra le mani The War of the Ring, Panzer Armee Afrika, Golpe (quello di Panorama, se non erro), East&West, ecc… bellissimo periodo. Dipingevo anche eserciti per la DBA, svizzeri e antichi romani… è un sistema che mi attraeva molto. Ho anche provato lo skirmish proposto dal Duffy… corretto? Era un libretto della Mondadori che parlava di giochi di guerra Napoleonici con le miniature… bella lettura. Più avanti, da adolescente, avevo altri due amici con cui giocavo spesso; i titoli erano Vietnam, Civil War, Across Five April, A Gleam of Bayonets e l’immancabile Napoleon Last Battle. E Lipsia, due o tre edizioni…! Questi due amici sono decisamente ancora presenti; entrambi sono sempre nei crediti dei giochi: uno di loro è l’autore dei tank di From Salerno to Rome e dei soldati dell’imminente Give Us Victory (l’ultimo progetto di Dissimula e Sergio, ambientato durante la battaglia di Chancellorsville).

Oggi invece come vivi l’hobby? Quali sono i giochi che intavoli spesso, le tue abitudini, la tua “game routine”? 

Non ho giocato per anni, per tantissimo tempo. Poi sono entrato in contatto con Alessandro Barbero e ho ripreso a farlo. Ripartendo proprio da Napoleon Last Battle… Ora gioco praticamente sempre solo con lui, almeno una o due volte alla settimana; il problema però è che proviamo e riproviamo praticamente solo i giochi che ho nella linea di produzione. Ti confesso che è una sensazione che ancora ha il potere di stupirmi! A volte riusciamo a inserire giochi ‘normali’; privilegiamo gli MMP dello Standard Combat System: Stalingrad in primis, Afrika e poi quelli sul Kippur, entrambi. Abbiamo provato anche Guadalajara… bello! 

Reputi che mantenersi informati sulle nuove uscite, le evoluzioni del mercato wargamistico sia importante per un appassionato? Motiva la risposta e se si raccontaci come tu ti aggiorni e quali sono i tuoi canali di informazione preferiti. 

Tento di seguire il più possibile i forum, BoardGameGeek e Consimworld li seguo giornalmente; poi su Facebook mi arrivano un sacco di informazioni relative a nuove uscite… mi piacciono tantissimo i giochi di nuova concezione: chiaro che dal mio punto di vista le cose cambiano un po’… compro ancora dei giochi, ma in numero piuttosto limitato. Prenderò la nuova edizione di Vietnam, ho visto che lo propone la GMT. Però tra un gioco e un saggio di storia, recente, fresco, in genere preferisco il secondo, se devo scegliere. Ecco, non colleziono. Compro dei giochi solo per la grafica, a volte. Però, appunto, sempre più di rado…Scoprire che, alla fine, un gioco come lo vuoi puoi tranquillamente costruirtelo agisce un po’ da deterrente. Vabbè! 

Raccontaci uno o più aneddoti derivati da partite, convention, ecc che ti vengono in mente

[Non risponde]

Quali sono secondo te gli aspetti maggiormente interessanti del gioco storico? Pensi che esso possa avvicinare le nuove generazioni alla passione non solo per il gioco, ma anche e soprattutto per la storia? 

Quello che mi piace di un gioco, adesso, è capire come viene costruito il modello, come viene semplificata la realtà di un fenomeno così complesso come la guerra. Lo trovo affascinante. E sono piuttosto convinto che l’hobby abbia ancora potenzialità e sia in grado di attrarre. Ne sono sicuro.

Che consigli daresti a un neofita che si approccia a quest’hobby per la prima volta? Quali giochi gli consiglieresti per iniziare e perché? 

Cosa consiglierei ad un giocatore neofita? Un qualsiasi gioco in grado di interessarlo. Le difficoltà di imparare un nuovo regolamento sono, il più delle volte, una considerazione secondaria, se la motivazione è forte. No?

Ti lascio lo spazio per scrivere ciò che vuoi a chi ci legge!

[non risponde]


Ringraziando ancora Sergio per la disponibilità e l’entusiasmo con il quale ha accolto questa mia iniziativa, esorto chiunque abbia piacere a risponde alle domande della Via del Grognard a scrivermi utilizzando il form linkato qui! Su su, non siate timidi!

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