Un’altra succosa intervista, questa volta con colui che da solo si definisce il “non-wargamer”! Un punto di vista di un grande divulgatore italiano classe 1973 che al wargame ci si è approcciato (e ci si approccia ancora!) da outsider e che ci da un sacco di spunti interessantissimi, soprattutto sull’utilizzo del gioco come strumento di didattica! Orsù, correte a leggere!
Vi ricordo che potete proporvi come “intervistati” utilizzando il form che trovate in questa pagina: scrivetemi e vi ricontatterò via mail mandandovi la lista di domande più alcune info.
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Marco “il non wargamer” Mengoli
Iniziamo con la più classica delle domande: presentati e raccontaci chi sei e cosa fai nella vita.
Mia moglie dice che sono un nerd e temo abbia ragione. Penso di aver seguito tutti i crismi del tipico geek fin da giovane: dai giochi da tavolo e di ruolo iniziati a 13 anni, ai fumetti americani, alla letteratura e cinema un tempo definiti “di genere” penso di aver fatto tutto quello che vedete in Big Bang Theory (compreso sposare la modella al di fuori da quel mondo…). In campo lavorativo ho avuto un percorso piuttosto vario che è passato dall’archeologia alla didattica fino alla consulenza finanziaria. Raggiunto il mezzo del cammin della vita ho capito che la cosa che avrei voluto fare da grande sarebbe stata insegnare e ho avuto la fortuna di arrivarci, dal 2015 sono docente di italiano e storia all’Istituto Tecnico Carlo e Nello Rosselli di Aprilia.
Come è iniziata la tua passione per i wargame? Raccontaci da dove sei partito, quali sono stati i tuoi mentori, I primi giochi che hai giocato.
Per uno che ha, come nickname e titolo del proprio podcast, “Il Non-Wargamer” il termine passione è magari un po’ eccessivo… Scherzi a parte l’interesse per il campo è nato relativamente di recente, nel 2015 attraverso l’incontro con il collega Mauro Faina, presidente del Casus Belli Latina, che insegnava nella mia stessa scuola. Alla mia prima esperienza scolastica mi trovavo nell’unico istituto italiano che stava per mettere in piedi un progetto pomeridiano denominato “Wargame School” e ovviamente mi ci buttai dentro. Chiamatelo karma, culo o fortuna sfacciata, io non riesco ancora a definirlo adeguatamente; so solo che è stata la proverbiale ciliegina sulla torta. Nella School Mauro mi introdusse a Command & Colors: Ancients, che continuo a ritenere un gioco molto gradevole, mentre “in privato” mi introdusse a Twilight Struggle, che possiamo dire fu amore a prima vista, anche grazie all’incontro con l’autore, Jason Matthews, presso Modena Play 2016, cui feci anche da autista. Nel 2017 fui campione italiano e ancora oggi sono uno degli amministratori del Gruppo Facebook “Twilight Struggle ITA”, dove organizziamo tornei e campionati utilizzando l’app Playdek che ci permette di giocare a distanza con avversari di tutto il mondo.
Oggi invece come vivi l’hobby? Quali sono i giochi che intavoli spesso, le tue abitudini, la tua “game routine”?
Nel campo dei wargame, ma anche dei giochi di ruolo e da tavolo, a dirla tutta, ormai dedico il mio tempo e i miei soldi a quei prodotti che posso utilizzare in ambito scolastico. Dal corso pomeridiano Mauro si è evoluto, diventando nel frattempo Dirigente Scolastico, e ha organizzato un Accordo di Rete nazionale tra scuole chiamato “Boardgame e Didattica” per diffondere e sperimentare la didattica ludica come metodologia d’insegnamento innovativa; da due anni svolgo corsi online per docenti sulla materia e da questa stagione la mia scuola è stata scelta come sede di visiting nella provincia di Latina per docenti in anno di prova per conoscere questa tipologia. Al di fuori dell’ambito scolastico incontro abbastanza regolarmente un gruppo di ex-studenti che utilizzo per provare i prodotti prima di portarli a scuola.
Reputi che mantenersi informati sulle nuove uscite, le evoluzioni del mercato wargamistico sia importante per un appassionato? Motiva la risposta e se si raccontaci come tu ti aggiorni e quali sono i tuoi canali di informazione preferiti.
è chiaro che, per il mio lavoro, è fondamentale mantenersi informato sulle nuove uscite, soprattutto perché le ultime uscite “ibride” mi permettono di avvicinare meglio gli adolescenti proponendo prodotti più vicini alla loro mentalità e anche alle loro esperienze pregresse, nel caso abbia studenti già giocatori o nerd. La mia fonte principale d’informazione è Riccardo Masini, di cui apprezzo molto la visione del gioco di simulazione in ogni sua forma, compreso quelle più particolari e lontane dalla tradizione classica.
Raccontaci uno o più aneddoti derivati da partite, convention, ecc che ti vengono in mente.
Approfitto di questa domanda per citare l’altro aspetto per me importantissimo in cui sono stato introdotto da Mauro Faina, che è l’associazione Casus Belli di cui sono membro del Direttivo. I momenti ludici più belli degli ultimi anni sono stati certamente quelli legati alle convention di Modena e di Piana delle Orme (Latina), anche se per aspetti decisamente differenti. Modena Play, dove il BG Storico gestisce da dieci anni l’area dedicata alla simulazione storica grazie soprattutto allo sforzo organizzativo di Loris Lucchetti, è una corsa sfrenata di dimostrazioni a ruota e di presentazioni appassionate dell’hobby: tra i molteplici aneddoti possibili mi piace ricordare il gruppo di due amici che nel 2017 introdussi al mondo di Twilight Struggle e con cui ho continuato a sentirmi a lungo, prima come riferimento “regolistico” e poi per scambiarci tattiche e impressioni.
Piana delle Orme, la convention del Casus Belli Latina, invece, è il luogo dove incontri gli amici, provi i giochi che si sono portati dietro e, soprattutto, vivi l’asta del sabato sera. Nel 2016 collaborai con Mauro come banditore e ricordo ancora la mia risposta a un partecipante del pubblico che chiedeva descrizioni più approfondite su un titolo: “Sulla copertina c’è gente che si spara e dei morti” – ero già decisamente il Non-Wargamer e lo sono ancora oggi.
Quali sono secondo te gli aspetti maggiormente interessanti del gioco storico? Pensi che esso possa avvicinare le nuove generazioni alla passione non solo per il gioco, ma anche e soprattutto per la storia?
Dopo tutto quello che ho detto non posso certo rispondere negativamente, che ne pensi? Vorrei però andare un attimo contro corrente, riportando un concetto su cui sia io che Mauro puntiamo molto sia a scuola che nei nostri corsi di formazione. Il gioco storico va benissimo sia come introduzione che come approfondimento ma non può essere sicuramente considerato un’alternativa piena e completa alle usuali forme di conoscenza della materia basate sulla lettura dei testi scientifici. Per il resto, come sistema per avvicinarsi alla storia e a periodi più o meno sconosciuti, va benissimo (in fondo è quello che ho fatto anch’io con Twilight Struggle).
Che consigli daresti a un neofita che si approccia a quest’hobby per la prima volta? Quali giochi gli consiglieresti per iniziare e perché?
Il primo consiglio che darei è quello di ascoltare i miei podcast dedicati alla didattica ludica, ovviamente… Scherzi a parte (ma ascoltatemi comunque) più che dare un consiglio a chi già è intenzionato ad approcciarsi mi piacerebbe suggerire a tutti i già-giocatori che guardano alla simulazione storica con timore e inquietudine sentendosi “inadeguati” di avvicinarvisi con fiducia. Esattamente come avviene con il gioco da tavolo non prettamente storico, ormai il mercato è talmente sviluppato e variegato da poter trovare giochi di ogni tipo, ambientazione e difficoltà per potersi approcciare a questo splendido sistema per avvicinarsi alla storia in maniera facile e divertente. 300 Terra e Acqua, 13 Days, Undaunted, Wings of Glory, Combat & Colors: Ancients sono tutti giochi relativamente semplici che godono però, ognuno a suo modo, di una propria dignità storica e significativa, e chissà di quanti altri giochi similari mi sto dimenticando.
Ti lascio lo spazio per scrivere ciò che vuoi a chi ci legge!
è sempre la domanda più difficile quindi la sfrutterò in maniera egoistica ed egocentrica; venitemi a cercare sul mio podcast, dove parlo di storia, letteratura e didattica ludica, qui: https://www.youtube.com/channel/UCcUofeECJ4sFUDOFFmnqK_Q
Grazie veramente per l’intervista e per aver avuto il coraggio di ospitare un, anzi, il Non-Wargamer nel tuo bel blog!