Parabellum è l’unica rivista dedicata interamente al wargame in Italia, addirittura una rivista con gioco allegato! A cadenza semestrale, l’anno scorso purtroppo il cambio di editore da Acies ad Aleph Studio ha causato ritardi nella pubblicazione, così da renderla annuale, anche se solo temporaneamente. La lunga attesa è però terminata e finalmente il numeri XI della rivista è tra le mie mani, pronta per essere divorata come al solito. Andiamo a vedere dunque che cosa contiene questo sugoso capitolo!
Il numero si apre con in copertina uno dei dipinti di Giuseppe Aristide Sartorio che compongono il ciclo “dipinti sulla guerra” risalenti al 1917, periodo in cui, dopo essere stato ferito e catturato al fronte nel 1915 ed aver passato due anni nel campo di concentramento di Mauthausen, l’autore venne liberato su intercessione del Papa e tornò al fronte come illustratore. I dipinti sono ora conservati alla Galleria d’Arte Moderna di Milano. L’immagine mostra una trincea italiana durante l’inizio di un assalto: i fanti stanno uscendo oltre il bordo del fossato nella terra di nessuno, mentre sullo sfondo esplode una enorme granata in un lampo accecante bianco; c’è una drammaticità fotografica, una plasticità realistica che solo l’occhio di chi ha affrontato la guerra, e quella guerra in particolare, può mettere su carta.
A pagina 3 il consueto editoriale di Piergennaro Federico, responsabile della produzione nonché mente dietro all’intero progetto della rivista, che fa un rapido sommario del numero, scusandosi contemporaneamente per il ritardo nella pubblicazione dovuta al cambio di editore, come accennavamo nel cappello introduttivo, ma anche alla registrazione del periodico presso il tribunale e la crisi delle materie prime post Covid.
Marco Rossi fa un breve elenco delle novità editoriali degne di nota dell’ultimo periodo (o quasi). Ribadendo un concetto forse espresso nella recensione del numero X, forse questa sezione è un po’ superflua vista la lunga distanza di un numero dall’altro, vista anche la sovraproduzione di giochi che caratterizza il periodo che stiamo vivendo. Nonostante questo è sempre un piacere leggere di piccoli e grandi editori e dei giochi in produzione o pubblicazione [pp. 4-7]
John Prados, uno dei game designer più famosi del mondo, ha recentemente lasciato le spoglie mortali per assurgere al paradiso dei nerd: me lo immagino insieme a Chad Jensen, Gary Gygax e C.S. Roberts mentre gioca su esagoni e pedine per l’eternità. Flavio Acquati ne scrive un breve ricordo, facendo una carrellata sui suoi titoli più famosi tra cui l’immortale Third Reich, ma anche Monty’s Day, Spies! e molti altri. [pp. 8]
Il vecchio grognard Pietro Cremona, editor di Balena Ludens nonché del suo BigCream.it, racconta della serie di Denis Sauvage che lui chiama scherzosamente “Napoléon 18xx” (acquisendo il soprannome dai giochi ferroviari della serie 18xx), che attualmente sono 3: Napoléon 1806, sulla campagna di Prussia; Napoléon 1807, sulla Polonia; infine Napoléon 1815, sulla battaglia di Waterloo. I giochi si presentano tutti con lo stesso impianto di regole, salvo le dovute eccezioni dovute alle diverse ambientazioni e ammodernamenti del sistema. [PP. 9-16]

Come in un divertente gioco di rimbalzi, dopo aver parlato di una serie, si prosegue parlando delle serie, intese come le serie di giochi collegati da uno stesso fil rouge (che di solito è il sistema). Enrico Acerbi, con lingua tagliente e ironica, si chiede se “le serie fanno schifo?”, nella prima parte di un lungo articolo dove analizza i contro (qui) e i pro (nel prossimo numero) di questo meccanismo editoriale che sicuramente funziona ma che ha di certo qualche aspetto controverso. Personalmente non sono ancora caduto nella trappola delle serie nell’ambito wargame, ma è certo che la trilogia mitica di Eric Lang (Blood Rage, Rising Sun e Anhk) fa bella mostra nella mia ludoteca, per cui in qualche modo capisco il discorso di Acerbi. I contro da lui evidenziati e approfonditi sono i seguenti:
- Il creatore della serie a volte scompare
- Le serie allargano lo spazio necessario invece di approfondire
- Il playtesting come una camera dell’eco
- Disturbo bipolare da collezionismo di serie
- Disfunzione erettile editoriale
Attendo con ansia il numero XII di Parabellum per scoprire i pro! [pp. 17-20]
Andrea Brusati, autore anche del gioco allegato, scrive ne “l’Occasione Mancata” dell’undicesima battaglia dell’Isonzo, protagonista appunto della simulazione da lui creata. Come sa bene chiunque abbia giocato a una simulazione storica ben fatta, l’autore ha alle spalle molta ricerca che lo accomuna, in parte, al lavoro dello storico: anzi, mi spingo più in là, azzardando che il game designer di wargame storici è uno storico con molte competenze in più! E così ben traspare in questo articolo di Brusati, dove scopriamo antefatti, svolgimento e conseguenze dell’ultima battaglia dell’Isonzo, prima della disfatta di Caporetto. [pp. 21-26]

Da pagina 27 a pagina 36 troviamo il regolamento del gioco allegato, mentre Roberto Roseano ci racconta la nascita e il battesimo del fuoco del reparto degli “Arditi”, veri e propri commandos ispirati alle Sturmtruppen austriache. Cadorna emise il 1° luglio ’17 la direttiva per la creazione, in ogni corpo d’armata, di un’unità della forza almeno della compagnia (successivamente di battaglione): essa doveva essere composta da volontari, veterani, scapoli, preferibilmente bersaglieri, comandati da un capitano doppiamente veterano e capace di infondere nei commilitoni displina e “ardimento”, appunto. L’XI battaglia dell’Isonzo fu la prima volta per questo nuovo tipo di unità, e Roseano ci racconta la loro azione in quella notte del 19 agosto 1917. [pp. 37-38]
Andrea Pavan si tuffa nella nuova scuola di game design giapponese, facendo una carrellata dei migliori titoli giunti fino a noi dal mercato orientale, concentrandosi su tre giochi da lui provati che lo hanno particolarmente impressionato: Blitzkrieg to Moscow 2 – Operation Barbarossa 1941, The Rise of Blitzkrieg – the Fall of France 1940 e Pacific Go. [pp. 39-46]
Il grande Riccardo Masini, con il suo stile sempre piacevole e ricco di rimandi anche alla cultura pop e della nerderié in generale, fa una carrellata di “presenze” del boardgame in generale e del wargame nel dettaglio nel mondo della cultura di massa, chiedendosi, se i wargamer siano Apocalittici o Integrati. Se “nerd” non è più sinonimo di sfigato ma ormai è addirittura il nuovo “figo”, in che situazione si pongono i grognard? [pp. 47-51]
Arriva poi il turno del mitico Alessandro Barbero, storico e divulgatore che non ha certo bisogno di presentazioni, grande amico di Sergio Schiavi e estimatore nonché beta tester dei suoi giochi. In “Una battaglia impossibile?”, il professor Barbero commenta Give us Victories fornendo qualche consiglio tattico e strategico per dominare il campo di battaglia di Chancellorsville. [p. 53]
A pagina 54 troviamo le recensioni di due libri, il primo libro della trilogia “Storia del Mondo in 100 wargame”, edizioni Chillemi, dedicato al Mondo Antico del grande Mauro Faina, presidente dell’associazione di cui faccio parte Casus Belli; il secondo di Federico Cannaccini, docente e storico, che pubblica “il Medioevo in 21 battaglie”, edizioni Laterza.
Sempre Pietro Cremona, ci racconta la sua ricerca di giochi sulla guerra di Troia, per recensire il gioco Troia – una guerra di eroi, regalato agli abbonati della rivista. [pp. 55-58]
Sempre Cremona, insieme a Roberto Lega propongono poi una variante per il gioco sopracitato, che rimodula la parte finale della partita, momento delicato sia per i Troiani che per gli Achei, in particolare le regole sul cavallo di Troia, la difesa della città e sugli eroi (Achille e Paride) [pp. 59-60]
Infine nelle ultime due pagine della rivista troviamo due scenari aggiuntivi per giochi pubblicati sempre su Parabellum: a pagina 61 la variante della Baia di Suda per X-MAS – M.T. Motoscafi Esplosivi (Parabellum X) che rende meno storico ma più sfidante quello scenario (vi è anche un cartoncino da sovrapporre alla mappa di gioco per introdurre la variante) e a pagina 62 la battaglia di Cannae – 216 d.c. del gioco De Bello Punico (Parabellum IX).

Anche questo numero di Parabellum si è rivelato una sorpresa. Il gioco allegato è attualmente sulla tavola della mia War Room e presto pubblicherò un report della prima partita completa: si tratta di un gioco di ottima qualità, dalle pedine, semplici, classiche, funzionali e ben fatte, alla mappa, davvero bellissima, fino ad arrivare alle regole, di facile interpretazione e divertenti nonché simulative. La qualità della carta e della stampa della rivista è eccelsa, le pagine lucide, di grande grammatura, sono davvero un piacere da sfogliare; infine i contenuti, come abbiamo visto e come ormai da anni Piergennaro Federico e la redazione ci hanno abituato, sono davvero di interesse e tutti meritevoli di essere letti e apprezzati. Un plauso dunque a tutto lo staff e un invito a chiunque segua il wargame in Italia a sottoscrivere l’abbonamento: 90 euro per 4 numeri (due anni) più eventuali speciali significa quattro giochi da 140 pedine di media, una rivista di qualità unica nel nostro paese e anche un pezzo da collezione, viste le basse tirature che la rendono presto introvabile. Andate quindi su http://www.parabellum-magazine.com/ITA/parabellumAbb.html e sottoscrivete l’abbonamento!